Biblioteca "Luigi Nocivelli"

Una biblioteca privata è, per definizione, una raccolta che rispecchia gli interessi e soddisfa i gusti, le curiosità e le necessità del suo possessore.
Luigi Nocivelli si avvicinò al mondo del libro antico agli inizi degli anni Novanta acquisendo decine di opere diverse per epoca, argomento e genere; dopo una decina di anni – probabilmente guidato dalla sua formazione tecnica – indirizzò le sue ricerche ai trattati di architettura.
In pochissimo tempo, la sua raccolta si arricchì quindi delle opere dei maggiori protagonisti della trattatistica, a partire da quelli d’epoca rinascimentale, dando fisionomia ad una biblioteca di grande prestigio che rappresenta oggi, nella sua definitiva unitarietà, un insieme eccezionale di libri illustrati riguardanti non solo l’architettura, ma anche l’archeologia e l’antiquaria.
 
Le due opere più antiche sono il De re militari di Roberto Valturio, impresso a Verona nel febbraio 1483 da Bonino Bonini, e la princeps fiorentina del De architectura di Leon Battista Alberti, curata da Angelo Poliziano e stampata a Firenze nel dicembre 1485.
A queste si affiancano gli oltre 50 volumi stampati nel XVI secolo, una trentina di Seicentine, i 260 volumi del Settecento e dell’Ottocento, fino alle tavole del 1910 del celebre architetto statunitense Frank Lloyd Wright, figura emblematica  con Le Corbusier – del “Movimento Moderno” in architettura; non mancano infine nella raccolta le storie dell’architettura lombarda, francese e inglese della metà del XX secolo e le preziose bibliografie moderne consultate e fittamente annotate da Luigi Nocivelli che se ne serviva per comporre una sorta di desiderata da ricercare sul mercato.
Queste testimonianze si rivelano oggi particolarmente preziose per la ricostruzione della storia della collezione e dimostrano come il Cavaliere Luigi Nocivelli fosse particolarmente attento ad acquistare non solo una determinata edizione, ma anche esemplari di particolare valenza estetica: gli ampi margini, la legatura, l’appartenenza a illustri precedenti possessori erano alcuni degli elementi attentamente valutati e che rappresentavano il discrimine nelle scelte di acquisto tra più esemplari della stessa edizione.
 
Luigi Nocivelli nel corso della sua avventura collezionistica  ebbe occasione di acquisire anche cinque preziosi esemplari di opere di Giambattista Piranesi, uno dei più grandi incisori del Settecento europeo e forse di ogni tempo. Piranesi, nato a Venezia nel 1720 e morto a Roma nel 1778, definito dai contemporanei “il Rembrandt delle rovine”, è l’autore immaginifico delle Carceri d’invenzioni e delle spettacolari Vedute di Roma. Il catalogo della sua opera conta oltre mille tavole incise. L’artista non è stato soltanto un geniale incisore, ma la sua poliedrica figura di architetto, antiquario, polemista, designer, collezionista, non meno che di imprenditore, ne fa oggi una delle personalità più controverse e affascinanti del secolo dei Lumi. Giunto ventenne nella Città eterna, il giovane riuscì ad imporsi con le sue vedute nel mercato dell’editoria d’arte e del vedutismo urbano in forte ascesa. Grazie all’impeccabile tecnica dell’acquaforte, padroneggiata con virtuosismo e libertà sperimentale, realizzò immagini dell’Urbe di grande potenza evocativa, caratterizzate da tagli prospettici inediti e da drammatici effetti chiaroscurali. Sono immagini che  comunicavano una visione sublime e grandiosa di Roma e della sua passata magnificenza. Le vedute piranesiane incontrarono quindi il gusto degli amateurs e dei viaggiatori del Grand Tour e raggiunsero presto una diffusione europea. 
Le raccolte piranesiane del Fondo Nocivelli, tutte di pregio e assai rare, coprono un arco della produzione dell’artista che va dal 1748 al 1765, ciò che consente di seguire le tappe della sua evoluzione stilistica. A cominciare dalle prove degli esordi (Varie vedute di Roma del 1748, seguite dalle più personali Antichità romane pubblicate nello stesso anno), attraverso la splendida raccolta delle Vedute di Roma di grande formato – che Nocivelli acquistò sul mercato antiquario anglosassone  fino alle opere della maturità (Campo Marzio dell’Antica Roma, 1762, Osservazioni di Gio. Battista Piranesi sopra la Lettre de M. Mariette, 1765).

Una nota a parte merita la sezione della raccolta – una vera e propria collezione nella collezione – dedicata alla riscoperta dell’antico Egitto, che spazia dai precoci trattati tardo settecenteschi, fra cui le Mémoires sur l’Egypte ancienne et moderne del 1766 e il Voyage d’Egypte et de Nubie in tre volumi del danese Frederik Lewis Norden, fino alla raccolta completa della prima straordinaria edizione della Description de l’Egypte, pubblicata in fascicoli, per complessivi  nove volumi di testo e undici di tavole in folio a litografia, dal 1809 al 1817.  
 
Non si possono infine non citare, tra gli studi archeologici, la raccolta completa delle Antichità di Ercolano dell’archeologo Antonio Ottaviano Bajardi impresse a Napoli dalla Regia Stamperia dal 1757 al 1792, l’editio princeps del 1632 della Roma sotterranea di Antonio Bosio e la prima edizione  eccezionalmente rara  Delle magnificenze di Roma antica e moderna di Giuseppe Vasi stampate tra il 1747 ed il 1761 e suddivise in dieci libri. La stampa di quest’opera venne avviata dal Vasi dopo 11 anni di lavoro ininterrotto a Roma durante i quali disegnò e incise i dieci libri concependone la struttura.
 
L’ultimo volume presumibilmente acquistato da Luigi Nocivelli (come riporta la sua nota manoscritta “acquistato = il 1 Novembre 2006”) è un’interessante miscellanea dei sette Libri dell’Architettura, delle Regole generali di Architettura e dell’Extraordinario libro di architettura di Sebastiano Serlio in diverse edizioni non solo italiane, ma anche francesi e tedesche. Le edizioni francesi rilegate sono appartenute tutte ad un medesimo possessore, un architetto francese della metà del XVI secolo; a queste sono state aggiunte e unite successivamente altre opere dell’architetto italiano e sul risguardo di fondo è stato applicato un foglio manoscritto con l’indice delle materie trattate nel volume.
 
 
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