
Il secondo autore a cui Foresti rivolge maggiormente le sue attenzioni è Parini. Con molta probabilità inizia a compiere i primi studi intorno all’argomento già alla scuola carducciana e lo porta poi avanti negli anni successivi in momenti differenti. A Parini è interamente dedicata una decina di faldoni che contiene studi sull’autore e la Milano del Settecento.
Le ricerche sul poeta milanese sfociano in diversi articoli che trovano spazio sulle principali riviste letterarie del tempo. Il primo, “Un sonetto allegorico di Giuseppe Parini”, è pubblicato nel 1921 dalla rivista Il Marzocco. A questo ne seguono molti altri tra cui degni di menzione sono: “Quando il Parini corse il dolce pericolo”, “Una rivincita che si prese il Parini” e “Il primo passo del Parini”.
Fin dai primi anni del Novecento Foresti inizia a lavorare a una raccolta di rime pariniane inedite. Il progetto è alquanto ambizioso e punta a risalire alla cronologia dei singoli sonetti e a ricostruire il loro ordinamento originario. Il lavoro giunge a termine e dovrebbe essere stampato a Bergamo nel 1901 con il titolo “Rime inedite e rare di Giuseppe Parini con alcune osservazioni sull’edizione procurata da Francesco Reina” ma non vede mai la luce.
Risulta molto interessante un altro testo concluso ma rimasto sfortunatamente inedito: “G.Parini e le tragedie di V. Alfieri”, articolo che Foresti prepara per Il Marzocco ma che poi decide di sospendere accorgendosi che l’argomento ha perso novità. L’ultimo lavoro pubblicato, esce postumo nel 1948 sul Giornale Storico con il titolo: “Un intermezzo umano nella vita del Parini”.
Di questa intensa operosità ci restano molte carte: bozze postillate dei vari volumi, collazioni, note e molti altri appunti manoscritti di cui solo una minima parte è confluita negli studi pariniani pubblicati.